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La Fontana Via del Corso

All’indomani dell’Unità d’Italia il problema principale dei comuni montani era l'approvvigionamento dell'acqua potabile e, allora, il 2 febbraio del 1887, a Norma si riunì il consiglio comunale che decise per l'acquisto dei 4/23 dell'acqua della Fota per la somma di lire 8.000. Dall'inizio dei lavori all'inaugurazione trascorsero circa dieci anni e per quell'occasione il comune decise di realizzare una grande festa, nell'ottobre del 1898. Fu realizzata allora su Via del Corso anche la fontana  in lega di piombo e alluminio con una vasca di marmo bianco e decorata con una testa di donna, simbolo dell'Italia unita, e due teste di leone. Una targa apposta sulla fontana riporta una frase dell'illustre prof. Angelo Secchi, al quale fu affidato l'incarico di esaminare l'acqua della Fota: "Ricca polla di purissima e ottima acqua per tutti i suoi caratteri fisici impareggiabili". La fontana divenne allora il luogo dove le donne di Norma si recavano ogni mattina con i caratteristici "concuni", dei recipienti realizzati artigianalmente di rame con l'interno stagnato. Per attingere l'acqua si doveva fare la fila, ma non mancava l'occasione di assistere a sonori litigi che, a volte, sfociavano a "concunate".



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