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Piazza San Lorenzo Porta Antica Basilica di Santa Maria Assunta Chiesa del SS Crocifisso Lungolago

La Tuscia e gli Etruschi

Viterbo
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La Tuscia e gli Etruschi

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"La Tuscia": aree geografiche

La Tuscia Viterbese è dunque il nome letterario e turistico di questa provincia a nord di Roma, nel cuore dell'Italia, tra Umbria, Toscana e mar Tirreno, e i paesi che ne fanno parte, depositari di innumerevoli avvenimenti e leggende, s'appostano quasi sempre su primitivi insediamenti strategici, segnalati da inconfondibili tracce come la Rocca Monaldeschi a Bolsena, la Rocca dei Papi a Montefiascone o la Basilica di San Pietro a Tuscania. La Tuscia è una terra dalle molteplici sfaccettature, culla della civiltà degli Etruschi, dove si alternano i borghi medievali come il caratteristico Quartiere San Pellegrino a Viterbo, le valli incontaminate, come quella del Marta che si estende davanti al Parco Torre di Lavello a Tuscania, e numerose testimonianze d’arte come gli affreschi del Pastura nel Duomo di Santa Margherita a Tarquinia.

Forte è il legame col territorio di ognuno di questi comuni che compongono un continuum con la sua tradizione, pur avendo ognuno la propria tipicità nei colori, nei sapori e nelle manifestazioni che conducono il visitatore ad immergersi in atmosfere fuori dal tempo, come solo il complesso della Chiesa di Santa Maria in Castello a Tarquinia può fare, godere di orizzonti sconfinati come dal Belvedere di Montefiascone, recuperare le tracce del passato come nel Museo Nazionale a Viterbo.

Cucina

La cucina della Tuscia è una cucina di confine, una mescolanza felice tra il gusto di quella romana, gli ingredienti di quella toscana e la semplicità di quella umbra. In particolare poi le tradizioni enogastronomiche più tipiche di questi paesi risalgono all’epoca etrusca, con lo storico Tito Livio che ci racconta come l’esercito romano dall’alto della Selva Cimina vide davanti a sé le fertili campagne dell’Etruria ricche di prodotti, mentre lo storico Varrone parla di cereali come l’orzo, il farro e il frumento, la cui farina veniva utilizzata per fare un pane lievitato e cotto in forni casalinghi, l’antenato delle meravigliose e squisite pagnotte che ogni mattina vengono sfornate insieme a dolci tipici come le ciambelline al vino di Vejano, i ravioli con la ricotta e cannella, il pangiallo, il pane di Santa Rosa e i maccheroni con le noci che è il tipico dolce delle feste di Natale, senza però dimenticare la pasta fatta in casa, vero fiore all’occhiello di questo territorio con soprattutto “le lombrichelle” di Tuscania.

Gli Etruschi coltivavano i legumi con cui facevano una polenta chiamata da Plinio “puls fabata” e riproposta nella dieta che i monaci somministravano ai viandanti della Via Francigena, ma mai tramontata perché ancora oggi le zuppe di lenticchie e soprattutto quelle di fagioli con finocchio selvatico sono ciò che rendono tipiche le trattorie di Vejano, Tarquinia e Tuscania.

Poi era consuetudine consumare ortaggi come carote, carciofi, cavoli e spezie come rosmarino, alloro e timo il cui ricordo è conservato nella ricetta dell’acqua cotta molto diffusa in tutto il viterbese con l’aggiunta del baccalà soprattutto nella variante di Tuscania.

Il vino prodotto in gran quantità era servito nei banchetti etruschi e filtrato con un colino perché condito con delle spezie, ed ancora oggi questo pregevole prodotto trova il suo apice soprattutto a Montefiascone con il suo vino DOC Est!Est!!Est!!! reso famoso dalla storia di Defuk che si può riscoprire visitando la Basilica di San Flaviano.Immagine della storia della cucina

Anche l’olio d’oliva aveva un ruolo importante nell’alimentazione degli etruschi come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici e oggi l’olio extravergine di oliva prodotto a Tarquinia è sulle bruschette o per condire il pregevole coregone arrosto che si pesca a Bolsena.

Polibio descrive gli allevamenti di ovini e caprini e gli intensi allevamenti di suini, il cui consumo è ancora oggi radicato nella gastronomia viterbese con la porchetta al forno con i fegatelli e la coratella in padella.

Perciò sono passati più di duemila anni, ma le atmosfere sono pressoché le stesse con la Tuscia che continua a proporre le stesse ricette e gli stessi sapori antichi, e probabilmente aveva ragione D.H. Lawrence quando nell’aprile del 1927 visitò l’Etruria: “L’Italia di oggi è nel suo cuore molto più etrusca che romana; e sarà così sempre perché l’elemento etrusco è in Italia come l’erba dei campi e come il germogliare del grano: e sarà così sempre”.

Le aree geografiche e i comuni

Lago di Bolsena e dintorni  (13)

Immagine della subarea Lago di Bolsena e dintorni

Valle del Mignone  (6)

Immagine della subarea Valle del Mignone
  • Barbarano Romano
  • Bassano Romano
  • Blera

Viterbo e i monti cimini  (11)

Immagine della subarea Viterbo e i monti cimini
  • Canepina
  • Capranica
  • Caprarola
  • Carbognano
  • Ronciglione
  • Vitorchiano

Maremma Laziale  (11)

Immagine della subarea Maremma Laziale
  • Arlena di Castro
  • Canino
  • Cellere
  • Farnese
  • Ischia di Castro

Via Amerina  (10)

Immagine della subarea Via Amerina

Area Teverina  (8)

Immagine della subarea Area Teverina
  • Bassano in Teverina
  • Bomarzo
  • Castiglione in Teverina
  • Celleno
  • Civitella d'Agliano
  • Graffignano
  • Lubriano
  • Orte

Valle del Treja  (7)

Immagine della subarea Valle del Treja