Tour enogastronomico fra le prelibatezze dell'Alta Valle del Velino
Da Castel Sant’Angelo ad Amatrice passando per Borgo Velino, Antrodoco, Posta, Cittareale e Accumoli.
Partiamo per un itinerario di 75 km nell’Alta Valle del Velino alla scoperta dei sapori tipici e dei paesi più belli della zona, da Castel Sant’Angelo - poco distante da Rieti - ad Amatrice, sfiorando i confini fra Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche. Un viaggio per assaggiare primi piatti famosi in tutto il mondo, carni genuine, bevande e dolci casarecci, per ammirare il paesaggio naturale lungo il corso del Velino, fino a”sfiorare” il Parco Nazionale del Gran Sasso e per conoscere a fondo la cultura e le tradizioni di questi magnifici borghi medievali, ricchi di storia e di arte.
Castel Sant'Angelo
La prima tappa del nostro viaggio è Castel Sant’Angelo, primo comune dell’Alta Valle del Velino, che raggiungiamo da Roma in un’ora, proseguendo dopo Rieti sulla via Salaria. Lo splendido scenario naturale in cui è inserita e la bellezza medievale del suo borgo storico fanno da cornice ai prelibati piatti della cultura locale. Molti sono gli ingredienti genuini con cui si preparano le succulente pietanze della tradizione. Fra questi la polenta e gli ottimi salumi, produzione tipica, quest’ultima, di tutta la zona. Per gli amanti dei cibi genuini da non perdere a febbraio l’annuale Fiera di San Biagio – patrono di Castel Sant’Angelo – un’antica festa per celebrare i tanti prodotti locali. Lasciata l’auto, entriamo da quella che era la principale porta di accesso attraverso le mura fortificate, Porta Antica in cui sono racchiusi tutti i tesori di un centro ricco di storia. Passeggiando per le suggestive viuzze incontriamo subito la Chiesa di Santa Maria della Porta, con la sua splendida torre campanaria. Raggiungiamo poi il punto più alto di Castel Sant’Angelo, dove troviamo i resti del cassero e della torre di avvistamento, quest’ultima unica testimonianza ancora quasi intatta del Castello medievale, circondati dalle verdissime colline che avvolgono il nucleo urbano. Dal punto in cui noi oggi ammiriamo uno splendido panorama sulla Valle del Velino, nutrita dalle purissime acque del fiume, in tempi antichi si controllavano strategicamente i traffici di nemici sulla via del Sale.
Borgo Velino
Pasta alla Gricia e pesche dolci, a base di crema pasticcera, sono queste due delle succulente preparazioni tipiche di Borgo Velino, prossima tappa del nostro tour attraverso i sapori della Valle del Velino. La raggiungiamo in cinque minuti da Castel Sant’Angelo, continuando sulla Via Salaria verso nord. Qui è d’obbligo una passeggiata rigenerante lungo le sponde del fiume Velino che attraversa il paesino dalle tipiche architetture medievali, regalandogli un’atmosfera romantica d’altri tempi.
Otre all’interessante Museo Civico, visitiamo la Chiesa di San Matteo Apostolo che ci colpisce per la bellezza e la lucentezza dei colori dei suoi decori interni. Usciamo, infine dal paese e, nei pressi di Via Salaria, visitiamo il Convento di San Francesco, ubicato nelle vicinanze di un importante sito archeologico di epoca romana, il Ninfeo dei Flavi.
Antrodoco
Prossimo paesino tutto da “assaporare” è Antrodoco, splendido borgo adagiato sulla Via Salaria, lungo il corso del Velino, a soli 30 km da L’Aquila. Oltre alle magnifiche viuzze acciottolate, alle tante chiese da ammirare e alle antiche botteghe in cui acquistare un gustoso souvenir, Antrodoco è famosa per le sue gustosissime castagne, per gli stracci antrodocani (pasta tirata a mano secondo tradizione e condita con ottimi sughi) e per le salsicce. Per i più golosi, c’è un dolce della tradizione pasticcera locale: la copéta, a base di noci e miele.
Ci dirigiamo verso Porta Sant’Anna, varco di accesso alle mura del borgo antico, e prendiamo Via del Ponte. A sinistra incrociamo Corso Roma, che ci condurrà nel cuore del paese, ricca di piccole botteghe. Prima di raggiungere la piazza principale, Largo IV Novembre, giriamo nella seconda traversina a destra e ci ritroviamo su Largo Santa Chiara, all’entrata della graziosa Chiesa di Santa Chiara, finalmente visitabile dopo anni di restauro. Girando, invece nella stradina di fronte, sulla destra, raggiungiamo Piazza Cardinale Federico Tedeschini, che fa angolo con via Cutilia, dominata dalla bella Chiesa di Santa Maria Assunta.
Posta
Continuiamo a salire sulla Via del Sale per raggiungere in pochi minuti il grazioso borgo di Posta, un paesino dall’aspetto tipicamente medievale. Qui protagonista indiscusso della tavola è il fungo porcino di cui è ricca la zona in autunno e che condisce a dovere le paste fatte in casa, come le fettuccine, le sagnette, i tonnarelli e i famosi strengozzi (acqua e farina). Da non sottovalutare il sugo di pecora, per condire gli gnocchi, fatti con le patate della vicina Leonessa, e la polenta locale, macinata nei molini della zona.
Cittareale
Ci avviciniamo al confine con l’Umbria per visitare Cittareale, da non confondere con la vicina Cittaducale, famosa per le magnifiche piste di Selvarotonda, secondo polo sciistico della provincia di Rieti. Nei rifugi della zona è possibile gustare una polenta con le salsicce davvero speciale, accompagnata dalla birra artigianale prodotta da un birrificio locale, la birra “Alta Quota”, perfetta per accompagnare i saporiti piatti della tradizione, alcuni dei quali prevedono l’utilizzo di un ingrediente “nobile”, il tartufo. Se n preferiamo un itinerario più “culturale”, da visitare sono gli scavi e il Museo di Falacrinae, per conoscere le origini dell’imperatore Vespasiano.
Accumoli
Prossimo obiettivo del nostro viaggio nel gusto sono i prelibati insaccati di Accumoli, prodotti di alta salumeria frutto della lavorazione di una specie di maiale molto pregiata, il suino nero reatino. Accumoli è un piccolo agglomerato di case attraversato da un gomitolo di viuzze, dall’avvolgente atmosfera medievale, al limite del confine con le Marche e l’Abruzzo, affacciato sull’incantevole paesaggio naturale del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Qui la tradizione enogastronomica è un trionfo delle tre regioni, un mix sapiente di ingredienti genuini e culture popolari differenti che delizieranno il nostro palato.
Amatrice
Dulcis in fundo visitiamo Amatrice, città degli spaghetti all’amatriciana, la specialità italiana e regionale più copiata e conosciuta al mondo, dopo la pizza e la pasta al pomodoro. Vale la pena arrivare fin quassù per assaggiare il piatto autentico, condito con guanciale e pecorino locali. Buona anche l’Amatriciana bianca,detta Gricia, pasto base dei pastori del luogo che la preparavano, con gli ingredienti a loro disposizione sulle montagne quando seguivano le greggi, utilizzando pecorino, pepe e l’immancabile guanciale, arricchito spesso dallo strutto, ideale per affrontare le fatiche e le temperature rigide dei periodi invernali. Ma Amatrice non è solo cucina eccellente e prodotti gastronomici dal sapore unico. Basti pensare che il territorio circostante è disseminato di splendide chiese edificate in varie epoche e in diversi stili architettonici. Sono circa cento in tutto, visitabili grazie alla grande disponibilità della Proloco locale.
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Commenti e suggerimenti dei visitatori:
Che belle zone e che favolosi paesaggi, e poi è vero si mangia benissimo, soprattutto ad Amatrice...non vedo l'ora di tornarci!
Bell'itinerario, complimenti!
Che posti, che natura incontaminata, vale la pena fare un tour anche perché si mangia benissimo!